Giorgia Lagosti

Ricetta: l’Acquacotta

Si racconta che questa zuppa risalga ai tempi in cui i carbonari lavoravano durante l’inverno in Maremma. Erano così poveri che vivevano in capanne di sterpi, costruite intorno ai loro fuochi sempre accesi e su cui non mancava mai una pentola di acqua bollente.

Ogni pezzo di cibo “scroccato” od ottenuto in cambio di carbone veniva messo nel calderone e … solitamente si trattava di aglio, patate, pane vecchio e cipolle, ma, se le cose andavano bene, anche di pomodori, sedano, qualche fungo, un pezzo di formaggio e 1 o 2 uova.

Da quest’umile origine ha preso forma l’attuale e più sofisticata versione dell’Acquacotta, che però non ha perso la sua originaria semplicità.

Questa zuppa prevede un numero di varianti pressoché infinito: una delle più saporite aggiunge funghi secchi (versione utilizzata in questa ricetta) e salsiccia arrostita (o grigliata).

E quando ci avvicineremo alla bella stagione, non dimenticate che è ottima anche tiepida!

Ingredienti (dosi per 4 persone)

800 grammi di patate

4 cucchiai di olio extravergine d’oliva

3 cipolle grandi

30 grammi di porcini essiccati

3 gambi di sedano con le foglie

1 bicchiere di vino bianco di buona qualità

500 grammi di pelati

3 cucchiai di prezzemolo tritato

olio extravergine di oliva

sale marino integrale

pepe macinato al momento

8 fette di pane raffermo (possibilmente toscano o montanaro)

8 foglie di basilico

4 uova

150 grammi di pecorino grattugiato

Preparazione

Cuocere a fuoco basso, nell’olio, le cipolle finemente tritate, le patate a tocchetti, i funghi non ammollati e il sedano a pezzetti (con le foglie). Fare imbiondire il tutto. Sfumare con un bicchiere di vino bianco e lasciare asciugare completamente.

Unire i pelati, il basilico, aggiustare di sale e pepe e lasciar cuocere per 20 minuti. Semmai aggiungere un goccio di acqua.

Versare quindi il tutto in una pentola d’acqua bollente leggermente salata (1 litro) e fare bollire.

Nel frattempo tostare, o friggere (io opterei per la prima variante!!) le fette di pane raffermo e porle nel fondo di un recipiente di coccio. Sarà quello con cui verrà servita la zuppa.

Quando la zuppa ha assunto un buon sapore (dopo circa 50 minuti) versarla sopra il pane, riporla sul fuoco (basso) e rompervi 4 uova, badando che i tuorli non si rompano e rimangano separati. coprire con un coperchio.

Non appena le uova si sono leggermente rapprese, cospargere il tutto di abbondante pecorino grattugiato e servire porzionando in ciotole individuali strofinate con 1 spicchio d’aglio. Completare con 1 macinata di pepe, un filo di olio buono e un po’ prezzemolo tritato al momento.

Piccola nota “psicologica”: consiglio vivamente di preparare le porzioni direttamente in tavola, davanti ai commensali: questo creerà una atmosfera di condivisione del cibo. Inoltre, il servirsi da un unico recipiente che contiene cibo uguale per tutti assume il significato di non creare gerarchie fra gli ospiti. Tutte le porzioni saranno uguali e ognuno fra i presenti si sentirà (consapevolmente o inconsciamente) parte di un gruppo legato ed omogeneo.